Ferrari Forever, a spasso nel tempo
Non è un caso che proprio quest’anno, in cui si festeggiano i tre quarti di secoli della Ferrari, al Museo di Modena, sia stata inaugurata la mostra Ferrari Forever dedicata alle storiche vetture del cavallino rampante e inserita, insieme ad altre kermesse, nel ricco programma di eventi per questa occasione.
Infatti, Ferrari Forver è una mostra che ha un forte valore simbolico per due motivi: non solo inizia in una data particolare, il 12 marzo, giorno in cui 75 anni fa Enzo Ferrari mise in moto la 125 S, la prima vettura a portare il suo nome, ma è anche ospitata nel Dipartimento Ferrari Classiche, un’area solitamente interdetta al pubblico e dedicata alla tutela del patrimonio storico che le auto d’epoca del cavallino rappresentano.
La prima Ferrari che portava il nome del Drake è stata per anni, e continua ad esserlo dal 1947 a oggi, un vero e proprio esempio di una manifattura che riesce a coniugare artigianalità, tradizione e innovazione e che è simbolo dell’eccellenza italiana in tutto il mondo.
Lo speciale Dipartimento di Maranello, oggi location di questa straordinaria mostra, è l’unico a fornire la certificazione di autenticità riservata a tutte le Testarossa fabbricate da oltre 20 anni, dalle sportscar ai prototipi.
Ferrari Forever è un vero e proprio racconto, adatto anche ai non addetti ai lavori, che accompagna gli appassionati del Cavallino alla scoperta delle attività di manutenzione e restauro delle vetture classiche, permettendo l’accesso anche alla fonderia e alle macchine utensili. Inoltre, è possibile consultare un patrimonio inestimabile, ovvero l’Archivio Storico in cui sono conservate tutte le schede di montaggio delle macchine costruite dal 1947 in poi. Quando si parla di mostre di casa Ferrari non possono mancare, ovviamente, le auto, vere protagoniste di questa rassegna da non perdere e che si potrà visitare fino al 17 febbraio 2023.
Le vetture presenti nella sala del Dipartimento Ferrari Classiche sono ben 15: si tratta di auto certificate e restaurate dai tecnici specializzati del Cavallino che raccontano la storia della casa automobilistica. Tra un’auto e l’altra non mancano dei dettagli importanti come alcuni pezzi di carrozzeria messi in mostra perché unici nel loro genere. Ad esempio, si può ammirare il “mascherone” della Ferrari 500 Mondial del ’53, oltre a diverse sezioni di altre famose Rosse d’epoca. Il mascherone è diventato un’opera d’arte realizzata da Afro Gibellini per la parte in acciaio e da Max in legno, oggi esposta nella Collezione ModenArt.
Si tratta, in entrambi i casi, di reperti che attestano l’abilità della lavorazione artigianale che, nel caso della Ferrari, prevedeva l’utilizzo di lamiere di alluminio, che poi, con particolari utensili venivano modellate a mano dagli operai prima di essere assemblate in un modo che si potrebbe definire “sartoriale”. Le carrozzerie, invece, venivano realizzate considerando alcuni parametri aerodinamici e venivano prima realizzate delle sezioni di carrozzeria per arrivare poi a delineare la forma finale del veicolo.
Chi visita Ferrari Forever può ammirare il modello 250 GT Competizione Tour de France del ’56, una vettura realizzata dalla carrozzeria di Sergio Scaglietti dove lavoravano i più abili maestri autori delle più affascinanti e vittoriose auto di questo marchio. Questa macchina vanta un risultato da Guiness dei primati detenendo infatti il più alto numero di vittorie nella Classe GT.
É presente anche la GT Cabriolet del ’59, una versione che vide al suo volante tanti VIP dell’epoca e i grandi attori dei film hollywoodiani. Non a caso, questo modello granturismo che raggiunge i 252 km/h, è stato disegnato da Pininfarina su richiesta della clientela sofisticata che frequentava i luoghi più esclusivi della Cote d’Azur e della California.
Visitare la mostra Ferrari Forever vuol dire fare un tuffo in quella cultura d’eccellenza che dura da 75 anni e in una grande passione che, nata da Enzo Ferrari, ha coinvolto appassionati di tutto il mondo. Ancora oggi, da quella stessa fabbrica, nascono nuove vetture che hanno il potenziale di diventare le classiche di domani.
Lucio Celia
©Riproduzione Riservata