La Mondial t cabrio di famiglia

Di viaggi in Ferrari, ormai, ne sappiamo qualcosa. Dalle vie di campagna strettissime con il brecciolino, a le più grandi autostrade, però, ripensandoci, fino a tre anni fa, non avevamo fatto alcun viaggio di durata superiore a un paio d’ore.

Però, appunto, nell’ormai lontano 2017 si festeggiava il 70esimo del Cavallino, ed abbiamo avuto occasione di andarci, perché ovviamente il 70esimo capita una volta sola. Neanche a dirlo, ci siamo andati con il nostro Mondial T Cabrio, da noi soprannominato affettuosamente “Mondialino”, non solo per cogliere al meglio l’esperienza dell’evento, ma soprattutto perché il viaggio era stato organizzato dagli amici del Forum ilFerrarista e lo SFC Catanzaro.

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La mattina presto, svegli dalle 6 del mattino, abbiamo velocemente caricato i bagagli in macchina. Perché velocemente? Perché davvero ci vuole un attimo a riempire il bagagliaio dato il suo misero volume. D’altronde è comunque una Ferrari, che ti aspetti?

Prima di raccontare l’escursione effettiva, mi sembra doveroso parlare degli interni, la parte più critica per quanto riguarda la piacevolezza dei viaggi di lunga durata. Se davanti era comunque fattibile la cosa, non si può di certo dire lo stesso dei sedili dietro. Lo spazio per le gambe era ridottissimo, e me ne rendo conto soprattutto ora che mi sono allungato ancora da allora. Diciamo che per quantizzare la distanza tra il sedile davanti e quello dietro è di circa 10 centimetri, ed essendo io il più piccolo, mi toccava sedere proprio là, con affianco mia mamma.

Dimenticavo di dire che i posti sono 2+2, non 4 completi, quindi n’altra volta, che aspettarsi? Ritornando alla partenza, le prime fasi erano piuttosto godibili, perché sentire il motore era una favola specialmente a regimi più alti e le vibrazioni non erano molte. Arrivati in autostrada, ci accodammo al trenino di altre Ferrari dei partecipanti del club, creando una simpatica scia rossa. Infatti, sotto questo punto di vista è stato tutto ricco di piccoli momenti. Soprattutto delle numerose auto che lungo la strada ci suonavano, oppure, ancora meglio, delle facce sorprese dei guidatori. Ricordo anche quando incrociammo una famiglia e le facce che facevano i bambini erano qualcosa senza prezzo. Davvero da incorniciare.

Nonostante ciò, ci sono state anche parti meno enjoyable. A 130 Km/h sulla A1 il Mundialino vibrava un po’, ogni tanto si sentivano dei rumorini, ma non è questo il punto. La macchina essendo bassa solo un metro, un proiettile praticamente, è parecchio attaccata al suolo rispetto ad altre auto, e a lungo andare si sente. Altra scocciatura di poco conto, però personale, e di cui non mi aspettavo la mancanza era il poggiatesta. Fortunatamente poi abbiamo fatto qualche sosta durante il tragitto, quindi ottima occasione per stiracchiarsi.

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Dopo più o meno 5 ore di macchina alla fine siamo arrivati in hotel, pronti per la giornata successiva al festival, ma questa è un’altra storia.

Paolo Campagnuolo, 15 anni

CONTINUA…..

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