Gianni Agnelli, carismatico avvocato ed industriale italiano è stato un’icona di stile riconosciuta in tutto il Mondo.
L’Avvocato, d’altronde, considerato negli anni ‘50 il John Kennedy d’Italia, ha dato vita a veri e propri trends, come l’eccentrica abitudine di indossare l’orologio sopra il polsino, ma non solo.
La moda non era l’unica grande passione di Agnelli. L’amore per uno stile unico ed originale si rifletteva anche nella scelta delle macchine che lui stesso disegnava e guidava.
Non è un segreto che Agnelli prediligesse le Ferrari, “tante, ma mai rosse” – come sottolineava spesso. D’altronde, il design italiano delle auto prodotte haa Maranello ha conquistato da sempre gli appassionati di tutto il mondo.
Fu un incontro tra Agnelli e Enzo Ferrari, fondatore del Cavallino, avvenuto nel 1969, a dare il via al sodalizio di due grandi eccellenze industriali italiane, Fiat-Ferrari, durato oltre cinquant’anni. Era molto più di un semplice accordo tra industriali e, tra i due, come ricorda Piero Ferrari, figlio del fondatore della casa di Maranello, c’era stata da subito un’intesa naturale.
Proprio per celebrare l’unione tra queste carismatiche e autorevoli figure del ventesimo secolo e commemorare la passione di Agnelli per le Ferrari, è stata organizzata la rassegna “Gianni Agnelli e Ferrari. L’eleganza del mito”.
Per la prima volta, le macchine di Maranello personalizzate dall’Avvocato vengono presentate in questa mostra, al momento esclusivamente virtuale causa Covid19, inaugurata il 12 Marzo scorso, in occasione del centenario della nascita di Agnelli.
Il live tour gratuito sul sito ufficiale Musei Ferrari racchiude tutte le special edition personalizzate dall’Avvocato ed è un evento imperdibile per gli amanti di queste supercar italiane.
Tra le fuoriserie del Cavallino, spicca una delle più originali, la Ferrari 400 Superamerica, una versione potente ed elegante ispirata al design delle macchine americane, con tanto di pinne sulla coda, che univa un motore 4000 V12 da 340 Cv sotto una livrea curatissima e assolutamente senza loghi, come richiesto da Agnelli.
Non può mancare, ovviamente, il “primo amore” dell’Avvocato: la Ferrari 166 MM. Per questa macchina sportiva, scoperta a Torino nel 1948, Gianni Agnelli coniò il termine “barchetta”, diventato oggi sinonimo delle scoperte da corsa e ripreso anni dopo dalla stessa Fiat. Anche per questo modello, l’Avvocato volle apporre la sua “firma” personalizzando gli interni con i colori verde e blu.
Gianni Agnelli non sceglieva solo i colori dei suoi bolidi, personalizzando le macchine come la 456 con il “bicolore” di famiglia, ma aveva anche un’autentica passione per i fari grandi e potenti: non solo per poter guidare a tutta velocità nella notte, cosa che pare amasse fare, ma anche per questioni di sicurezza dato che, come avrebbe raccontato Agnelli, sarebbe stato vittima di un’incidente avvenuto proprio alle prime luci dell’alba.
Un vero e proprio capolavoro è stata poi la 375 America, una meravigliosa macchina dallo stile inconfondibile del designer italiano Battista “Pinin” Farina che, nel 1955, esaudì un desiderio dell’Avvocato posizionando un prezioso cronografo al centro del tunnel. Agnelli, infatti, amava la velocità e non perdeva occasione per mettere a segno qualche record personale.
La mostra dedicata a Gianni Agnelli ed alle sue Ferrari, include anche modelli più recenti come la F40 del 1989, una special edition con interni neri e la frizione elettronica Valeo e la 360 Spider, una delle supercar più esclusive, regalo di nozze per Luca di Montezemolo, presidente proprio del Cavallino rampante.
La mostra, insomma, celebra Agnelli e le Ferrari, due miti, tutti italiani, e la passione di un uomo per i motori che rappresentano, anch’essi, il design tricolore in tutto il Mondo.
Lucio Celia
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